Sara no...

 Esistono per tutti delle paure che disarmano terribilmente, che lasciano senza forze, che annientano ogni motivo per cui essere felici, della vita, del fatto che esistiamo, che respiriamo, che abbiamo l'unica e sola grande opportunità di questo mondo: vivere. Ecco, una delle mie più grandi paure è fare del male agli altri. Lo faccio, lo faccio spesso, quando mi sento attaccata, ferita, specialmente se credo di non meritarlo, io sferro colpi a suon di cattiverie e cose che non penso, come ad alleviare il mio dolore, provocandone all'altro, ma, alla fine, torna tutto indietro. 

Cosa succede quando scopri che forse hai contagiato qualcuno? Scopri che, conoscendoti, ti tenevano nascosto tutto per tutelarti, ma poi, alla fine, arriva, inesorabile, la verità. 

Succede che, se quella persona è una delle più care della tua vita, una persona con cui la vita già ha giocato brutti scherzi, una persona che ti ha insegnato che la diversità risiede in chi guarda e che, se il mondo decide di farti apparire diversa dagli altri, tu puoi trovare una strada per fare ogni cosa che fanno gli altri: cantare, ballare, recitare (anche nella vita reale inscenando vittimismi e drammaturghi) e soprattutto amare, la forza finisce, il virus vince, vince perché le frasi: 

- contrarre il virus non è una colpa 

- non sapevi di averlo quando l'hai incontrata 

- andrà tutto bene 

- può succedere a tutti 

sono frasi vere, ma non servono proprio ad un cazzo. 

Non servono ad un cazzo, perché quella è la teoria, ma la pratica è che sei chiusa in quattro mura, in isolamento domiciliare, annientata dall'impotenza e dal terrore e vedi che il mondo si sta sgretolando sotto i tuoi occhi. 

Non hai più motivi per sperare, motivi per sorridere, motivi per accettare questa condizione. 

Hai solo paura, molta paura, una paura che ti blocca i pensieri sereni, non riesci più a sentire altro che un peso sul cuore, lo senti, è la prima volta nella tua vita che provi la sensazione che qualcosa ti si sia poggiata sul petto e non si sposti, per niente al mondo, non c'è una sola motivazione tra tutte quelle che sai, che ti può alleggerire quel carico, hai perso. 

Ha vinto il virus, non ti ucciderà forse, preghi con tutta te stessa ogni Dio possibile, affinché non muoia nessuno, mai, pensi a quante volte ti sei dimenticata di igienizzare le mani, a quante volte hai creduto che fosse più importante il lavoro, a quanti errori hai commesso, a come hai affrontato la cosa, a quante volte hai creduto di essere più forte, più forte di chi ti ha vinta, perché non è solo la morte il problema, la morte è molto più semplice della vita, ma il rimorso di aver complicato la vita di qualcun'altro, il rimorso di aver sfiorato un'altra anima ed averla infettata, è un pensiero errato, stupido, inutile da analizzare con il senno del poi, ma è l'unico che senti, insieme alla paura, per quella tosse, per quella fragilità, per quella Donna che ti ha insegnato così tante cose, semplicemente esistendo, che tu altrimenti non avresti mai compreso, mai saputo, mai avuto. 

Se sono la donna che sono, è anche merito suo, che ha sempre aggredito la vita, con ogni giorno una conquista, grazie alla forza di sua madre, che ha battuto con lei la strada della possibilità e mai della rassegnazione, da quando la prima dottoressa che l'ha visitata le ha detto, quasi ventitré anni fa: "Se volete una figlia malata, l'avete..." In quella frase c'era tutto, allora lei ha scelto di avere una figlia normale. E' rinata ogni giorno insieme a lei, è rinata nei suoi occhi, sono rinate insieme, camminando su una strada normale. 

Queste cose non si possono spiegare a chi non ha dentro la fortuna di poter capire. 

Ci sono cose che ti uccidono, mentre tu devi continuare a vivere quest'incubo. 




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