Amami perchè non potrai non farlo

 Adesso non è che dobbiamo concentrare tutte le energie domandandoci quante persone abbiamo contagiato in balia del Covid, ma sicuramente la fila al "drive-in dei tamponi", stamane, mi ha fatta sentire meno sola, e forte, così forte da sorridere con un amico al telefono mentre mi chiedeva se mai avessi potuto immaginare che sarei stata in fila per farmi tamponare, ricordandogli, sempre con umiltà, che al massimo la fila è degli altri per tamponare me. 

Si può ironizzare sulla morte e sul sesso? Forse in questo mondo di bigotti non troppo, ma io non ho mai smesso, però ad un certo punto la realtà ha fatto capolino nei miei pensieri, ho guardato quel piazzale adibito a centro di smistamento tamponi molecolari, ho visto famiglie intere in macchina andare incontro alla verità, per potersi buttare alle spalle questo dolore, questa paura di aver fatto del male alle persone più vicine con una carezza, una carezza che ti avevano detto di evitare, ma come si può smettere di sfiorare una madre, un padre, un figlio, un amore, io non so come si riesca a farlo, io sono una di quelle che se piangi corro ad abbracciarti, che se una persona che non conosco cade, mi fermo a rialzarla, abbiamo smesso di aiutare le persone ad attraversare la strada, le più anziane a portare la spesa, abbiamo smesso di essere gentili, di avere una mano tesa per qualcuno, è per questo che quando apro la porta e vedo la mia vicina con un the nel bicchiere di plastica e due biscotti in un tovagliolo, non riesco a trattenere le lacrime quando richiudo la porta, perchè lei forse ha paura, ma ha anche un grande cuore e non ce la fa a girarsi dall'altra parte, lei che mi guarda e dice "A te che sorridi sempre!", lei che mi dice "Scrivimi un biglietto se ti serve  qualcosa, io a piedi, piano piano, arrivo dovunque". E' una signora grande, una di quelle che dovrebbe barricarsi in casa con una malata di Covid a pochi metri, ma è quella che non riesce a chiudere il cuore, che mi dice "Domani la vuoi la minestrina?" con l'accento del Nord ed il cuore del Sud. 

Credo sia successo molto prima che il mondo sia cambiato, molto prima della pandemia, quest'ultima resta un alibi, per smettere di essere empatici, in realtà siamo il popolo che si gira dall'altra parte se una cosa non ci tocca da vicino, siamo quelli che sanno di non poter salvare il mondo, ma non provano nemmeno a salvare il loro pezzo di quotidianità. Ho sempre cercato di amare la vita, le persone, le piccole cose, di circondarmi di chi sapesse amare ed oggi so che sono riuscita nei miei 35 anni, a farmi conoscere e volere bene per ciò che sono, lo raccontano tutte le cose che sono arrivate al terzo giorno di quarantena, fuori da casa mia, che dovrò continuare a mangiare anche dopo i giorni di reclusione, ed ancora siamo a 72 ore Signori, ma non per il valore delle cose, quelle possono comprarle tutti, ma per tutto ciò che i soldi non potranno comprare mai: la commozione di chi non poteva avvicinarsi a lasciarle, di chi mi vedeva da dietro una finestra come da dietro una prigione, la prigione della prevenzione, siamo nell'anno del "Se mi vuoi bene non ti avvicini". Quanti danni farà questa situazione? Infiniti credo, ma siamo un popolo capace di rialzarsi economicamente e psicologicamente, se oggi dovessi fornire un elenco di ciò che ricorderò di questa esperienza direi: l'amore degli altri per me, la mia ironia, la forza che riesco a tirare fuori tra un momento di sconforto e l'altro, la mia capacità di emozionarmi. 

Non ho paura, nè del Covid, nè del futuro. 

Più giorni passano e più la situazione, restando sotto controllo, mi da speranza.

Quando ho scoperto di essere positiva, ho guardato la mia casa, così piccola per passare almeno 15 giorni senza uscire fuori di testa prima, allora mi sono chiesta cosa poteva donarmi serenità e potevo fare in questo piccolo posto: scrivere è stata la risposta.  



Ho iniziato a scrivere molte cose, non so quelle che verranno lette e quelle che resteranno custodite, ma se scrivendo tutto va meglio e da quello che si scrive non ci si aspetta nulla se non la bellezza del raccontarsi senza paura del lettore, c'è già tutto dentro e tanto basta, secondo me uno scrittore dovrebbe essere una persona capace di dire ciò che sente senza essere turbato da ciò che arriva, i più grandi autori della storia sono quelli senza paura di non piacere, senza l'aspettativa di essere letti per forza e da tutti, ma semplicemente capaci di scrivere qualcosa, di grammaticalmente corretto e di profondamente vero, nessuno potrà mai sminuire uno scritto di un altro, perchè in una pagina di parole, c'è un'emozione, un vissuto, un immaginato, qualcosa di donato, senza volere nulla in cambio, la scrittura è come dovrebbe essere l'amore: dato senza bisogno di un ritorno, semplicemente perchè non c'era motivo per non donarlo, mi piacerebbe avere accanto un uomo che mi amasse, semplicemente perchè non sarebbe capace di non farlo. 

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