Che segno mi lascia questo virus

 

Chi mi conosce sa che io amo scrivere…

Scrivo perché solo così riesco ad andare in fondo prima di risalire nei miei pensieri…

Scrivo perché a volte riesce ad essere l’unico mezzo per poter far arrivare agli altri ciò che ci provocano dentro e ciò che, anche grazie a loro, scopriamo di essere.

Cosa ci sta insegnando questo periodo?

Cosa ci insegnerà questa pagina di storia che stiamo scrivendo tra lacrime, paura, sensi di colpa, battute d’arresto, dubbi ed incertezze.

A me insegna mille cose.

Intanto ciò che sono.

Mi sono scoperta una persona incapace di vivere senza guardare negli occhi un individuo a meno di un metro, ma capace di farlo, per il bene di tutti, più importante del mio.

Ho imparato attraverso il virus che non sempre le scelte che facciamo diventano le nostre croci e le nostre delizie, a volte diventano le croci di tutti, quindi nella scelta di fare o non fare qualcosa oggi, a risponderne è la nostra terra, non solo il nostro orticello che alimentiamo giorno dopo giorno con il nostro egoismo.

Il virus ci ricorda l’importanza del rispetto delle regole, il dovere morale che abbiamo nell'essere parte di un sistema oggi fortemente incrinato, ma che tornerà in equilibrio.

Questo mostro ci ricorda che l’informazione è importante, che fare cattiva notizia ci porta a sottovalutare certi aspetti, non prendere decisioni drastiche e sembrare sempre flessibili può portare una Nazione al collasso, che scrivere non serve a risolvere i problemi, ma sensibilizzare serve a ridurre i pericoli, ma non bisogna scrivere credendo di essere sempre nel giusto e non consentendo punti di vista lontani dal nostro, scrivere per darci forza l’un l’altro, capendo semplicemente che la mia paura è la tua paura, che il mio coraggio è il tuo coraggio, che tutti questi “leoni da tastiera” che sanno sempre cosa dire in ogni occasione, anche e soprattutto per evitare di confrontarsi nel quotidiano a meno di un metro, oggi più che mai,  potranno aiutarci a vivere di una virtualità che è l’unica cosa che ci resta, allora usiamola la comunicazione, diventiamo tutti “leoni da tastiera”,  ma usiamola per dirci che ci siamo, che ci vogliamo bene, che siamo fragili, ma speranzosi, non più o meno bravi di altri, non usiamola più, come spesso facciamo, per giudicarci ed annientarci.

Il virus ci insegna a stringere le persone che abitano con noi, io ho fatto una scelta, vivere da sola, oggi più che mai so cosa vuol dire sapere di poter tornare a casa, di poter aprire la propria porta, oggi più che mai vi dico, voi che potete, chiudete tutto per qualche ora al giorno, guardatevi negli occhi e raccontatevi le vostre paure ed il vostro amore.

Il virus mi ha insegnato a guardare le cose che ho, con gli occhi fortunati di chi ha vissuto la vita sempre come ha voluto, senza accontentarsi mai, rischiando tutto, mi ha ricordato la fortuna che ho avuto a vivere di sentimenti veri in un mondo di finzioni, mi ha ricordato il potere che ho sempre difeso,  di donare tutto il mio mondo a chi reputo importante, mondi che crollano, che si frantumano, ma che io poi con la mia calma e la giusta forza ricompongo, ed a dire ai miei mondi distrutti: comunque grazie, grazie per avermi dato mondi infiniti in momenti che finiscono in una forma e ne prendono un’altra.

Il virus mi ha insegnato che non è facile rinunciare alle piccole cose che amo: il mio lavoro, la mia famiglia, le mie abitudini, i sorrisi, le carezze, gli abbracci, ma che possiamo aprirci agli altri anche ad un metro, possiamo aprirci agli altri anche nei momenti meno opportuni, perché la vita del resto è così, capace di sorprenderti in una sera di marzo in cui ci si ritrova a raccontarsi al telefono e sentirsi di nuovo capaci di vivere.

Il virus mi ha insegnato il valore della vita, il valore della responsabilità, della comunione di intenti, la capacità di essere comprensivi: il potere del poter dire ad un’altra persona semplicemente “vedremo insieme, giorno per giorno, intanto andiamo, non succederà null'altro, adesso camminiamo verso il bene comune, un problema per volta, ci rialzeremo tutti”.

Il virus mi ha insegnato il dolore: dolore nel vedere attività chiuse, la mia, quelle in cui entravo, i sacrifici della gente che vengono messi a dura prova da nuovi sacrifici, da mostri grandi, da giganti che hanno un nome, il nome peggiore, quello che identifica una malattia.

Il virus mi ha insegnato il potere di chi lotta per salvare il Paese, mettendosi in prima linea e piangendo per ogni sconfitta.

Il virus mi ha insegnato il valore del tempo: non ne avevamo, io l’ho sprecato, non comprendendo la gravità per molto tempo, appigliandomi agli spiragli che mi facevano più comodo, quelli di chi diceva che non era nulla, perché io non ho mai avuto paura di morire ed oggi non ne ho ancora, perché quella il virus non l’ha instillata in me, ho più paura di vivere che di morire, lo reputo più complicato, più coraggioso, più contorto a volte… ma ho paura che le persone soffrano, mi sono sempre fermata a soccorrere chi era in difficoltà, non mi sono mai girata dall'altra parte di fronte la sofferenza, ho fatto aggrappare nuovamente mia madre alla vita quando voleva morire, ho insegnato a sorridere a chi pensava di non saperlo fare, ho donato speranza e conforto ed oggi che il mondo scrive pagine nere io non riesco a colorare nulla e non posso pensare di perdere qualcuno a me caro.

Spero di non dimenticare mai tutto questo, per vivere ancora meglio, per sentire ancora più forte in me il dovere morale verso la patria, verso me stessa e verso gli altri essere umani tutti.

Spero di essere capace di aiutare tutti in questo momento difficile, essendo comprensiva, spero di non perdere le speranze, spero di non piangere, spero di poter riabbracciare le persone in fretta, da lontano con un pensiero ho cercato di arrivare a tutti, perché c’è bisogno in questi momenti di dirsi tutto, non perché non si avrà più tempo, ma perché è giusto aprirsi agli altri tuffandosi negli angoli più tenebrosi e sentire che stiamo rivedendo la luce attraverso l’Amore.

 

Al prossimo caffè,

Lucia.

 

Commenti