Tutto in valigia, si parte

 


Positivo giorno 2. 

Diremo più che altro come stato: in attesa di test molecolare programmato per domani che potrebbe confermare o ribaltare completamente il risultato. 

Sintomi odierni fisici: naso tappato, zero olfatto, poco gusto, un classico raffreddore annuale con cui ho sempre continuato la mia vita. 

Sintomi delle persone entrate in contatto con me negli ultimi 15 giorni: nessuno. 

Sintomi mentali di me medesima: ansia per gli altri, prove tecniche di apnea costante, misurazione della temperatura corporea come si misurasse il pisello ad un figlio maschio per capire se cresce in salute e senza probabili u8y7 futuri accanimenti da parte delle fidanzate, che poi ai figli maschi si misura il pisello? Non so, lo chiederò ai miei in momenti migliori, in cui non penseranno che io abbia febbre a 40 e delirio costante, poi monitorando il mio sistema nervoso evidenzio poca pazienza anche nel tirare fuori i chicchi da un melograno, che alcuni chiamano melagrana, dovrei andare su un motore di ricerca per scrivere il termine giusto ma piazzò lì entrambe le alternative, cosi evito di aprire un'altra pagina e posso diventare umana sbagliando qualcosa di grammatica, perchè se è vero che quello che non vuoi nel tuo orto nasce, sono stanca di ricevere messaggi in chat da gente che non sa distinguere una D da una T, un verbo avere da una preposizione ed una battuta ironica, da una cosa seria, ah! Beh lì ci ritroviamo di fronte ad una mancanza di senso dell'umorismo più che di grammatica, le due cose che più odio e che arrivano nel mio orto come cetrioli all'occorrenza. 

Nessun cetriolo in vista, ad oggi, diciamo che per quanto riguarda il cetriolo il tutto si potrebbe riassumere in due brevissime storie tristi: 

1. Sono Lucia, mi piace un ragazzo, ha il Covid 

2. Sono Lucia, mi piace un ragazzo, non ha più il Covid, ce l'hai tu. 

Mi pare che la mia instabilità mentale sia rimasta nella norma, e dire che ero anche partita per fare un discorso serio ed invece, cavalco l'onda del giorno due con COVID SOLO A ME, perchè in questi casi io penso sia davvero il sollievo più grande, come va? Bene, ho il Covid ma non ho infettato nessuno, ah bene bene, fine delle comunicazioni. E' come quando scopri che una persona a te cara ha una malattia, ed allora inizi a chiederti perchè non sia venuta a te, che ti senti sempre più forte di tutti, più capace di portarne il peso, di vincere, di chi soffre e per il quale non puoi fare nulla, io ci sono già passata con mia madre e la sua depressione, ci siamo stretti intorno ad una donna che sembrava rappresentare una strada senza uscita, nessuna luce alla fine di un tunnel buio, ci siamo stretti intorno al suo abbandono agli eventi, senza mai abbandonare la speranza, a farci forza insieme e piangere da soli, ognuno con i suoi drammi, ognuno con le sue parole, non abbiamo potuto affrontarla al suo posto, ma abbiamo potuto vincerla insieme a lei, sono stati giorni duri, mesi infiniti, dove le vite continuano e le cure si rifiutano, dove cerchi di scuoterla in tutti i modi e mentre cerchi di ferirla per avere una sua reazione, sbagliando forse ma presa dalla disperazione, ti annienti un po' di più, poi un giorno la cura inizia a funzionare, i giorni diventano meno pesanti, ed una frase riecheggia in una stanza di neurologia dello studio del medico che la tiene in cura: "Signora, lei l'ha salvata la sua famiglia, non io." 

La depressione è una malattia subdola, che arriva di colpo e non ti lascia scampo, che non ha cure specifiche da somministrare se a salvarti non è per prima la volontà di chi la vive, da lì parte la lenta e progressiva risalita, ed ogni volta che senti la voce di tua madre cambiare hai paura di ricadere in quel baratro, sono due anni ormai che lei ci dice "tranquilli, sto bene, perchè lo so che non posso più farvi stare come siete stati". E dire che quella che non mangiava era lei, eppure lei ricorda come siamo stati noi, noi come è stata lei ed insieme tutti abbiamo lo stesso obiettivo: che non ricapiti. Credo che l'amore si possa spiegare semplicemente così, ecco perchè in questi mesi di nuova distanza, un tampone negativo che vuol dire concedersi un pranzo in famiglia, diventa oggi un macigno, perchè i test rapidi forse possono sbagliare, ma mentre noi combattiamo una pandemia e ci mettiamo nella lista dei sani, forse non lo siamo, ed allora quella sicurezza lascia il posto alla preoccupazione, le immagini di qualcuno che va via ritornano nella nostra memoria e speriamo di non essere noi, i nostri cari, le persone che conosciamo, nessuno, perchè siamo tutti un po' più sensibili al dolore, alla vita che sfugge,  ma siamo chiamati a vivere questo momento e lo faremo nel migliore dei modi, io in questo viaggio verso una positività da "negativizzare", un serie di persone da vedere come stanno, un tempo per avere ben chiaro la reale situazione, un lavoro da far ripartire, ecc... ho preparato una valigia, dentro ci sono le video chiamate della mia famiglia, i regali fuori dalla porta, le telefonate di chi davvero si preoccupa per me, le foto simpatiche seguite da un "Cerco di farti pesare il meno possibile questa situazione e spero di riuscire", le carezze, quelle a più di un metro ma forti, vere, indispensabili, il viaggio è iniziato, un viaggio nell'amore, nella speranza, nella vita di oggi, nella storia di domani, nella bellezza dell'essenziale. 

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