Né sola, né sbagliata

Non si può dire che siano stati giorni facili quelli appena trascorsi: meno di 24 ore di illusione di esserti negativizzata troppo velocemente, per poi scoprire che ci si era sbagliati, era un altro tampone, un altro esito, un'altra realtà. Quell'ennesimo scherzo del destino aveva annientato il resto. Razionalmente sapevo che non sarei potuta risultare negativa in dieci giorni, conoscevo il virus, le dinamiche e la situazione. Mentre c'era un elenco di cose positive, oltre al tampone, da valutare: vedi il non aver contagiato nessuno, vedi la sola perdita di gusto ed olfatto, che comunque è un gran cacaca**i, ma niente a confronto del resto, infatti finisci negli asintomatici con obbligo di isolamento domiciliare, vedi un po' di paura che il mostro peggiori e basta, io, comunque, oggi, vedo tutto nero. Nonostante tutto, l'illusione di un incubo finito, ha lasciato il posto ad una telefonata conclusa con: "Lo so che è una brutta notizia ma lei ha il Covid", che per amor di Dio, sei stata pure sensibile a dirla così, ma mi avevano detto una cosa diversa. 

Tutti possono sbagliare/sticazzi = bipolarismo. 

Quella realtà scambiata subito con un'altra mi ha annientata. 

Mi sono sentita terribilmente sola e molto sbagliata. Sola lo sono, obiettivamente non divido 40 mq con nessuno, che poi come cazzo li dividi 40 mq. commerciali, anche con tutto l'amore del mondo.

Sbagliata perchè a trentacinque anni in alcuni momenti difficili, la gente inizia a convincerti che se sei sola lo sei: perchè non ti accontenti, perchè hai un pessimo carattere e mentre tu ancora non sai replicare alla domanda che poni a te stessa: "Perchè ho così tanto amore da donare e non riesco", loro sanno tutte le risposte. Frase più sentita di "Se hai quest'età e sei sola un problema ce l'hai", non esiste. 

Si. 

Ho un sacco di problemi per cui sono in questa terribile situazione:

1. per me non è così terribile, la vita va vissuta per come ci rende felici e non per farci sentire completi in un quadretto di stereotipi che sono racchiusi in un mondo che ti vuole: bambina, adolescente, donna, madre, vecchia; anche io l'ho molto desiderato, ma se non ci sono i presupposti non può essere possibile, rendere le occasioni sbagliate, giuste ai nostri occhi, rendere un pezzo di un puzzle che non attacca lì, buono per lo spazio sbagliato, significa portarsi dietro sempre l'errore, e certe scelte errate le paghi con l'infelicità; 

2. non mi piacciono i compromessi, non sono capace di scendere giù, verso certi equilibri che reputo inutili, logoranti, se certe cose non vanno, bisogna semplicemente lasciarle andare; 

3. sono circondata da troppe cose vere, per iniziare a fingere, legami per cui ho lottato, sofferto, che ho equilibrato, perché ne valeva la pena, per pensare di potermi accontentare di palliativi. 

Mi sono sentita comunque sbagliata anche ieri, incapace di tenere accanto le persone che volevano esserci, incapace di poter piacere a quell'uomo che iniziava a piacermi, con la sensazione di averlo perso senza nemmeno iniziare, per la situazione, per la mia chiusura, semplicemente perché sembra tutto mi stia sfuggendo di mano. 

Non voglio affidarmi alla sensazione che lui sia più lontano di quanto lo siamo da sempre, del resto non siamo mai stati vicini per poter sapere la differenza, sento che ha, come tirato un freno a mano, alzato un muro, ma forse sono tutte cose che non ha fatto lui, ma le mie paure. Se lascio parlare loro, rischio di renderle reali e di annientare una piccola possibilità di essere felice. 

Nel frattempo, bussano alla mia porta, mi arriva una sorpresa inaspettata, due occhi che mi guardano e due mani che mi lasciano tante cose dolci che così tutte insieme, non le ho mai viste, mi sento fortunata, immensamente fortunata, non sono più né troppo sola né troppo sbagliata, mi chiedo perché e se merito tutto questo, quando l'ho meritato, credo di aver fatto certamente tanti errori nella mia vita, ma ho sempre provato a donare la parte migliore di me, alle persone che mi hanno toccato il cuore, ed allora anche questo giorno che sta passando mi insegna il potere, nuovamente, delle distanze che si annullano, che svaniscono e degli occhi che a più di due metri riescono a scambiarsi un caldo abbraccio. 


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