Essere donna







Volge al termine una settimana impegnativa, che ha dato sfogo ad una infinità di pensieri. 

Il 25 è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e penso che davvero quello sia stato il momento in cui, con calma e lucidità, ho affrontato il mio essere donna. 

Cos'è una donna? 

E' un fiume in piena, una persona capace di donare la vita, questo non vuol dire che la massima elevazione della donna sia nel procreare, significa che avere la consapevolezza di poter donare la vita dovrebbe darci la capacità di donare amore, la convinzione di essere nata per migliorare il mondo semplicemente esistendo. Donare amore non vuol dire creare rapporti di coppia, l'amore è nella gentilezza, nella forza, nelle passioni che si coltivano, nella famiglia, in ogni cosa, l'amore è l'unica forza capace davvero di smuovere il mondo, quindi la donna è quell'essere capace di donare la vita e donare se stessa, ma è diventata nel tempo anche tanto altro. E' così stata violentata, è così stata messa da parte che è diventata alle volte, la brutta copia di ciò che le era stato fatto. Ha così tanto lottato per non essere vittima di un sistema ancora troppo incrinato da diventarne carnefice. Le donne che dimenticano di esserlo, le donne che aspirano solo a dimostrare che possono e devono stare al mondo anche meglio degli uomini, sono quelle che sottomettono gli stessi, rispondendo alla violenza con altra violenza. 

Ho lottato sempre con me stessa per non consentire che il dolore mi cambiasse. 

Ho lottato contro le donne che ferivano me o altre donne con pregiudizi, invidia o falsità. 

I social mostrano la cattiveria di donne verso altre donne costantemente. 

Gli eventi di cronaca spesso raccontano di madri che strumentalizzano i figli per le guerre con i padri, dimenticando che l'uomo che hanno di fronte è stato un loro amore e resta una persona da rispettare e, dimenticando anche, che quel figlio che si contendono, non ha chiesto di essere al mondo, ma è stato egoisticamente concepito e partorito da quelle persone che si stanno annientando. 

Gli uomini hanno lottato con le donne a suon di schiaffi, quando non hanno potuto lottare con le parole, con l'animo, quando hanno capito di poter vincere solo così, le donne hanno trasformato il mondo quando hanno risposto allo schiaffo con la volgarità, con la supponenza, con la violenza verbale, dimenticando i valori chiave di un qualsiasi essere umano, uomo o donna, di questo mondo: l'amore, la gentilezza, la sensibilità, il rispetto. 

Le istituzioni non aiutano le donne in difficoltà, la gente mette alla gogna le signore con una minigonna piuttosto che uno stupratore, siamo divisi, assistiti e sorretti da un sistema governativo che non condanna realmente ciò che dice con grandi slogan di non volere, siamo in una realtà in cui ci si gira sempre dall'altra parte, partorita da evidenti luoghi comuni senza sesso: 

- se ti vesti provocante fanno bene a stuprarti 

- tra una madre ed un padre che contendono il figlio vincerà sempre la madre 

- se decidi di denunciare, decidi in realtà solo di creare nuovi motivi di scontro. 

In questo mondo dove si è persa la solidarietà ci stiamo perdendo tutti, donne ed uomini, l'abbiamo sporcato con l'omologazione, con la globalizzazione che ci vuole tutti perfetti, tutti legati all'apparenza, tutti connessi sempre e vicini mai. 

Io sono una donna forte, indipendente ed autonoma, tante volte dicono "con le palle", ma io non avrei voluto sostituirmi ad un uomo, non vorrò mai sentirmi completamente "portatrice di palle", significherebbe perdere quella sensibilità che mi consente ancora di emozionarmi, di tendere una mano a chi ha bisogno, di sorreggere il peso degli altri e aiutare a portarlo, di donare incondizionatamente amore. Non sto dicendo che gli uomini non siano capaci di farlo, a volte semplicemente credono di non saperlo fare o che sia motivo di fragilità ritrovarsi a mostrare quella interiorità presente in tanti, ma molto spesso celata. 

Dovremmo essere capaci di riprendere ognuno il proprio posto, senza dimenticare la nostra natura ed il ruolo che abbiamo nel mondo, ma senza credere che basti vestirsi di quello per saperci stare, in questo mondo.

Non dovrebbe esistere nessun 25 novembre, semplicemente perchè non dovrebbe esistere una violenza sulle donne da combattere. 

Distacchiamoci da questo mondo troppo preso dal virtuale ed iniziamo a vivere la vita reale. 

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